Ronde padane e vicini occhiuti

Se le ronde possono esistere, ma non devono andare in giro coi bastoni a picchiare quelli che sembrano extracomunitari e comunque “fuori posto nel posto” (e vivaddio!), allora che possono fare? Mi è tornato in mente un articolo di Severgnini nella rubrica Italians del Corrierone, circa settembre 2007, dove si auspicava qualcosa di simile ai “neighborhood watch” degli USA. Traduzione proposta, “Occhi vicini”: i vicini guardano e avvisano le “forze dell’ordine” di movimenti sospetti.
La proposta di traduzione di Neighborhood watch con“Occhi vicini”, è accattivante, anche se il rischio di sconfinare nei “Vicini occhiuti” è presente: niente di meglio per esportate le beghe di condominio anche alle case vicine, e per giunta con la coscienza a posto per il dovere sociale soddisfatto.
Vorrei sottolineare però un altro aspetto, la necessità di trovare anche “Orecchie aperte” nel posto giusto. Oltre vent’anni fa ero negli Stati Uniti, sobborghi di Washington, la capitale, e lì ho visto per la prima volta un cartello blu e bianco, col disegno di un occhio stilizzato. Veniva affisso sul primo palo delle traverse che portavano all’interno dei placidi quartieri residenziali suburbani del Maryland, pieni di villette ordinate e senza recinzioni, cosa che lasciava stupefatto un italiano. L’idea era di avvisare il malintenzionato ed agire da deterrente. Ma lì una chiamata alla polizia portava all’immediata (2-5 minuti) comparsa di un’auto con un agente che veniva a controllare, perché già in zona. Che accadrebbe in Italia?
Nel nostro paese, culla del diritto e della rassegnazione, ad una segnalazione telefonica di movimenti sospetti, temo che le “forze dell’ordine” risponderebbero che se prima non è stato commesso un reato non possono intervenire, e che comunque non hanno pattuglie da mandare, e che se vuole passare a fare una denuncia ricordi di portare i documenti ed una marca da 14,65. Non voglio criticare polizia e carabinieri, stressati fino all’inverosimile nelle risorse e nella buona volontà, e nonostante ciò presenti ed attivi, ma sottolineare che un’iniziativa come “occhi vicini” richiede anche un cambiamento di attitudine ed i mezzi per una minore rassegnazione fatalistica dalla parte di chi ascolta. Il nostro è un paese in cui i furti vengono denunciati, per l’assicurazione o per sfogarsi, ma poi nessuno fa indagini, se non in casi particolari. Tanto, che speranze ci sono?

1 Responses to Ronde padane e vicini occhiuti

  1. E ha detto:

    Mi sembri un po’ disfattista, o no?

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