Turi, imprendi!

13 febbraio 2021

Il nome Turi, in Sicilia, è un comune diminuitivo di Salvatore: da Salvatore – Tore -Turi. Esiste anche Turiddu, piccolo/giovane Turi: es. “hanno ammazzato compare Turiddu”, La cavalleria rusticana, P. Mascagni, 1890 da G. Verga, 1880.

Il breve spezzone video inserito dalla Guardia di Finanza locale in un video “autopromozionale”, preparato in occasione dell’ennesima retata, come usa adesso, mi ha dato l’occasione di una strana riflessione, che vorrei fissare e condividere. Nel video si vede un boss – identificato e arrestato – che parla con un giovane rampante – identificato, ed arrestato anche lui – canzonandolo un po’, mostrando per celia di non capire che cos’è “Imprenditore” e dicendo per scherzo, e con scherno, “Imprendi, Tore!” nel senso di Turi, e giù gran risate.

E ho pensato a come si deve essere sentito il ragazzo (25 anni) per come il boss prendeva in giro suo padre (46 anni, arrestato anche lui nella retata). Infatti, il boss non credo lo sapesse ma io sì, il padre in questione ha una pagina su LinkedIn in cui si definisce “Inpretitore” col nome della sua ditta di trasporti (sequestrata). Posso dire anche che questo signore possiede -almeno- un appartamento al mare, che affitta (Booking? Airbnb?) a turisti stranieri. E allora mi chiedo: come mai uno che ricicla denari di attività illecite si prende la briga di perdere il tempo di affittare un appartamento via internet: ha forse bisogno dei soldi dell’affitto per integrare il suo reddito? O forse vede se stesso realmente come un imprenditore, lo scrive su LinkedIn, e vuole dare questo esempio ai suoi due figli?

E se questo è vero, che cosa mai è andato storto, nella testa sua e di molti altri così, in Sicilia e nel sud d’Italia? Com’è possibile che lo spirito imprenditoriale sia cresciuto, in totale assenza di senso morale, di etica, di comprensione di che cosa è giustizia, che cosa è furbizia, che cosa è prepotenza e sopraffazione? Chi è venuto meno al suo dovere: suo padre? la madre? la scuola? il parroco? il sindaco?


Prima il dovere, mai il piacere

30 aprile 2020

La chiave per leggere lo spirito fondamentale dell’azione di governo che ispira il recente DPCM è nella scelta della parola “congiunti”. Il DPCM non è stato scritto da sprovveduti un po’ approssimativi, ma con una lucida scelta del registro, che certo ha sconfinato dall’usuale tecnica legislativa, per usare un metodo di vecchia data in italia: il paternalismo di stampo cattolico – il che non vuol dire che piaccia alla Chiesa cattolica o alla CEI.

Formidabile era il compito davanti agli estensori: come facciamo a tenere gli italiani il più possibile dentro casa e lontani gli uni dagli altri? Avranno comunque interazioni sociali, ma ne avranno di più con gli amici o con i parenti? Nonostante la tradizione, la ridotta natalità ha anche ridotto la dimensione della famiglia, sia nel senso stretto di “Stato di famiglia” sia nel senso di relazioni di parentela: diminuiti i bambini, sono diminuiti i loro figli, e quindi i cugini.

Perciò permettere agli italiani di vedere i parenti, e considerare questa una necessità (art. 1 comma 1 lettera a), li espone ad un rischio ridotto, anche nelle regioni meridionali e nei paesi di provincia, rispetto a una rete di potenziali contatti che comprende tutti o buona parte degli “amici”. E poi, come documenti gli amici, come provi se sono amici stretti o solo conoscenti? Fai vedere le tue reti sociali? I parenti sono facilmente documentabili – forse più facile a dirsi che a farsi: vai un po’ all’anagrafe del comune.

Quindi i parenti come stratagemma per abbattere – ci vuole – il numero di possibili interconnessioni pericolose. La scelta di “congiunti” rivela invece che la farina si prende da un nuovo sacco, sia che sia del Primo ministro o del suo entourage: sentivo un giovane ma affermato professore universitario di Giurisprudenza riferire stupito che il concetto di congiunti non esiste nell’ordinamento giuridico.

L’altro concetto chiave che illumina l’azione di governo, anche questo di stampo cattolico, è usare il dovere contro il piacere. Quindi art. 1 comma 1 lettera f, quello che si può fare è “attività motoria”, la ginnastica – poi educazione fisica poi psicomotricità poi educazione motoria – dell’ordinamento scolastico; oppure “attività sportiva”, cioè allenamento dei tesserati che, anche se dilettanti e non professionisti, comunque lo fanno per dovere, in vista delle prossime sfide sportive. Mentre invece è vietata l’attività ludica e ricreativa. La campanella della ricreazione ancora non suona… Niente calcetto a cinque, niente tennis per diletto, niente frisbee sulla spiaggia.

Il paternalismo di usare uno stratagemma – i parenti – ed un richiamo al senso morale – il dovere – per ottenere un risultato meritevole – il controllo del contagio – che non si può spiegare direttamente a questi bamboccioni analfabeti che tocca governare oggi.

Siamo sicuri che è questo lo stile che ci meritiamo?


Piccolo mondo antico

7 marzo 2017
“… la politica reazionaria (definizione più precisa e calzante del generico “populista”, leggete il bel saggio di Mark Lilla, The Shipwrecked Mind) che pare così di moda e vincente. Basta mercato, ma anche basta innovazione, basta stranieri, basta confini aperti, basta progetti di sviluppo, basta tutto: torniamo al piccolo mondo antico.”
“Una sorpresa è stata l’inversione di significato del “turarsi il naso”: nel dopoguerra significava votare dei moderati per quanto corrotti, oggi degli apparentemente sinceri e puri, per quanto incapaci e trucidi.”
“… chi vive e ragiona in bolle assolutamente simmetriche a quelle che conducono alcuni a mettere a rischio i propri figli non vaccinandoli.”
Frasi tratte da un articolo di Marco Simoni su Volta
https://voltaitalia.org/it/2017/03/02/i-taxi-e-la-bussola-del-futuro/

La ricerca non può competere con la colletta

7 marzo 2017
Liberamente tratto e riprodotto da ROARS
http://www.roars.it/online/i-problemi-veri-della-ricerca-acquistare-un-hard-disk-da-52-euro/
…il problema è stato individuato nell’hard disk del PC … sostituire facilmente al costo di 52 euro. Una volta, esisteva un piccolo fondo cassa che permetteva di rimborsare alcune spese urgenti tipo questa.
Adesso, la procedura è la seguente:
1) si va sul sito del MEPA (mercato pubblica amministrazione), sperando che il sistema non si blocchi;
2) si cerca (se c’è) un hard disk con le specifiche tecniche adeguate;
3) si verifica che il prezzo sia il più basso possibile, anche se il negozio che lo vende dovesse essere ad esempio a Lampedusa;
4) si verifica che il negozio di Lampedusa sia disposto a spedire l’hard disk nel resto d’Italia;
5) si richiede un CIG, un numero di offerta obbligatorio per gli acquisti all’interno della Pubblica Amministrazione;
6) si attiva sul sito del MEPA una procedura pubblica per ottenere l’offerta della ditta, attendendo i tempi tecnico-burocratici necessari (eventuali richieste di chiarimenti, redazione ed invio dell’offerta);
7) si presenta l’ordine di acquisto per l’hard disk;
8) il RAD (Responsabile Amministrativo Delegato dell’Università) certifica che il ricercatore che sta eseguendo l’ordine abbia sufficienti fondi di ricerca;
9) il RAD firma l’ordine;
10) l’ordine è controfirmato dal responsabile legale della struttura ;
11) l’ordine è inviato da un impiegato preposto;
12) si attende che arrivi l’hard disk, sperando che nessuna delle persone citate abbia un’influenza e non possa venire al lavoro.
…la soluzione più naturale è stata una colletta, la quale ha permesso di ricevere l’hard disk nel giro di ventiquattr’ore.
Non [sempre] sono necessari “più soldi per la ricerca” ma soprattutto degli iter semplici per impiegarli.

Squola digitale

7 marzo 2017
Il digitale a scuola è una carrozza senza cavalli: non nel senso che è una carrozza che non va da nessuna parte  perché non ci hanno attaccato i cavalli, ma nel senso che come le prime automobili, riproduce il modello della carrozza, con ruote cassetta  sedile soffietto e pure custodia portafrustino, e va alla stessa velocità.
Liberamente ispirato da:
http://www.agendadigitale.eu/competenze-digitali/digitale-perche-a-scuola-le-tecnologie-non-hanno-portato-vera-innovazione_3084.htm

Pubblici topolini

20 febbraio 2017

Molti sarebbero d’accordo nel riconoscere la similitudine Pubblica Amministrazione = Montagna. Non molti sanno che la P.A. partorisce anche topolini. La macchina produce Atti Amministrativi, tra questi le Deliberazioni. Nella mia amministrazione ogni atto di Deliberazione viene dattiloscritto individualmente, riciclando un frontespizio ed alcune parti standard, ed è lungo almeno tre pagine. Questo qui contiene otto firme apposte a penna, naturalmente da ognuno dopo avere accuratamente letto le tre pagine, cinque timbri di timbro in gomma inchiostrato, e viene registrato in un registro cartaceo. Poi viene scandito manualmente, ed inserito in un registro informatico pomposamente chiamato “Albo Pretorio”ad accesso pubblico. 

Tutto questo per potere pagare l’iscrizione annuale ad una Associazione pubblica europea. Costo €100. Quanto tempo/persona ci vuole?

Per spendere 100 Euri nella PA si deve fare questo, e per spendere 10 o 100 mila o un milione, è lo stesso. Di questi atti se ne producono oltre duemila l’anno, e molti sono topolini.

Non parlatemi di efficienza.


Contraddizione in termini

14 febbraio 2017

Gli addetti ai lavori lo chiamano “la Funzione Pubblica” ma il nome attuale e completo è “Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione”.

Alla fine della pagina Web che mostra un recente Decreto, c’è una serie di quattro tabelle, che spaccano il capello in quattro. Sotto c’è scritto “Ministro per la Semplificazione…”.

Appunto!


Il magnifico pachiderma

11 febbraio 2017

Certe volte penso che l’Italia è un magnifico animale, un ippopotamo o un brontosauro, con il corpaccione appesantito, schiacciato a terra dal costo del lavoro, che rende impossibile assumere più gambe e correre leggeri e col peso meglio ripartito.

L’italica creatività ha permesso di trovare infinite e nuove modalità, legali ed illegali, di ottenere lavoratori senza chiamarli e pagarli correttamente: volontari, tirocinanti, co.co.co., co.co.pro., a partita IVA, a voucher o semplicemente in nero.

Gli imprenditori ci hanno preso gusto, gli “imprenditati” sono aumentati di numero e come i topolini davanti al cibo hanno dovuto scodinzolare sempre più disperati e frettolosi, scansando gravidanze ed altri impegni, dimenticandosi la loro vita e la loro persona. Io sospetto che i profitti in questo bailamme siano aumentati, non certo diminuiti.

Adesso mi chiedo se quest’animale sarà ucciso da un’indigestione di carta, generata, anche on-line, dall’illusione che si possa combattere la corruzione con più burocrazia.

Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione …


L’autobus

18 dicembre 2014

Grazie a chi scrive (Santo Di Nuovo) per avermi chiarito che “attitudine” ed interessi” dei figli sono concetti vecchi; che “Formare,…, non solo teste ‘ben piene’ (…) ma teste ‘ben fatte’ …, è compito … del sistema formativo nel suo insieme”, e che ahimé “… per alcuni ragazzi la scelta del corso universitario è come, alla stazione degli autobus, salire su quello che ha posti liberi a prescindere dalla destinazione”. Due sono già sull’autobus – ed uno ha cambiato autobus, e dovrà fare più strada. Il terzo è ancora nel sistema formativo, speriamo bene!

http://www.roars.it/online/quando-il-sistema-perde-la-bussola-un-orientamento-da-ripensare/

 


AstroSamantha: a Space Human

20 novembre 2014

Dalla conferenza di Samantha Cristoforetti citata da Paolo Attivissimo:

http://attivissimo.blogspot.it/2014/11/samantha-cristoforetti-perche-si-va.html

“… in my personal journey, in my adventure, I just look forward to go up there, living up there for six months, and turning myself in a space human, somebody who can thrive, work, live, enjoy life in this incredibly new environment which is space. …”

Ragazzi, complimenti, che presenza scenica! Ho già sentito Parmitano, adesso lei, e se fossero questi la classe politica di domani?
Intanto quelli di oggi, il governo, il ministro dell’istruzione, dovrebbero avere la furbizia di mandare il filmato in tutte le scuole del regno, e chiedere agli studenti di ogni ordine e grado di farci un tema, e dunque costringerli a rifletterci sopra.

Ma già, è in inglese. Un inglese perfetto, americano, caldo, sicuro, solo “magnificent” le veniva male a dirlo. Il presentatore, comunque si chiami, dovrebbe andare a piangere in bagno ed iscriversi ad un crash course di inglese.

E allora mettiamoci i sottotitoli e mostriamola agli studenti, che un bel contratto d’appalto per sottotitoli non ce lo faremo mancare certo. Risultati a lungo termine sicuri!